LA TAPPA ED IL TAPPO DELLA MONTAGNA
Fino a pochissimi giorni fa, tutte le mie interazioni con il ciclismo erano state, risalendo cronologicamente all’indietro: un micino randagio, tale Chiappucci, adottato nei primi anni ’90 del secolo scorso dalla filiale in cui lavoravo; una pista di sabbia creata facendosi trascinare il sedere, su cui giocavo con mio fratello con biglie di plastica raffiguranti Gimondi e Merckx; il babbo che mi raccontava di aver conosciuto una certa Dama Bianca; e ancora, andando con la memoria fin dove riesco, il nonno Giovanni che invece di addormentarmi con le favole, mi narrava le gesta di Bartali e di Coppi, ma più di Bartali che di Coppi, mi sembra, e di Binda e di Guerra, ma più di Binda che di Guerra, mi sembra; e comunque, soprattutto, mi intratteneva con la storia del tappo Girardengo.