Mi ero immaginata che mio marito all’ultimo momento avesse deciso di farmi una sorpresa e che fosse ad attendermi all’aeroporto. Cosi ho pensato di fare un ingresso scenografico e mi sono incamminata verso la hall degli arrivi di Gatwick con le spalle ben diritte nella mia jumpsuit nera a zampa di elefante, guanti neri fino all’avambraccio, mento sollevato, cappello sulle 23, e ho dato una lieve spintarella alla mia splendida, nuova, fiammante, dorata valigia, perché mi precedesse sulla retta via.
Ma si sa, non è tutto oro quello che luccica, il mio disubbidiente bagaglio ha preso l’aìre per fatti suoi, come i carrelli dell’Esselunga, ed io mi sono trovata a rincorrerlo caracollando sui tacchi alti nella speranza di non finire sdraiata per terra.